BIM Manager: perché formarsi e certificarsi

Chi è il BIM Manager? Perché se ne parla tanto? Perché formarsi e certificarsi in ambito BIM?

Disegno grafico di un BIM Manager multitasking

Le direttive UE sul BIM e i numeri in Italia

A partire dal 2014, con la direttiva UE 2014/24, fino al decreto Baratono del 2017, vediamo la progressiva introduzione in tutti i paesi UE dell’approccio BIM nelle opere pubbliche e private ovvero dell’interoperabilità dei flussi informativi integrati nel processo edilizio. La dottrina attuale è piuttosto consolidata in una normativa obbligatoria comunitaria e nazionale.

Da una breve analisi fatta congiuntamente tra l’Istituto Italiano di Cultura BIM e una preminente azienda specializzata in ricerca del personale e recruitment, allo stato attuale in Italia sono presenti tra 200 e 500 professionisti under 45 che hanno competenze nel BIM e nelle nuove tecnologie collegate al BIM e all’interoperabilità digitale nel processo edilizio. Molte fonti ufficiose (non esistono fonti ufficiali oltre quelle dei centri di formazione che però non pubblicano i loro dati) parlano di un fabbisogno compreso tra 500.000 e 1 milione di professionisti già formati e con esperienza sul campo in questo settore.

La dimensione del fabbisogno si allarga ulteriormente se pensiamo che, a fianco ai professionisti del BIM, dovranno essere presenti anche esperti di project management con un fabbisogno stimato compreso tra 1 e 2,5 milioni di professionisti con competenze specifiche nel settore edilizio (vedi UNI 11337-7); in questi numeri è ricompreso il personale coinvolto nei processi di project management come, ad esempio, i project controller e i direttori lavori. Al momento in Italia sono presenti circa 15.000 professionisti che hanno acquisito una o più credenziali di project management rilasciate da istituti internazionali o nazionali che attestano le conoscenze.

Perché BIM Manager?

La domanda che spesso viene posta a noi di IICBIM è perché formarsi e certificarsi BIM, tra le figure specifiche, e project manager. Crediamo di aver già risposto con i numeri esposti. Piuttosto la domanda deve essere un’altra: quale percorso deve sostenere un professionista? Le risposte sono due per i due gruppi di professionisti:

  • Laureandi e neolaureati in ingegneria e architettura o altre discipline: gli schemi di certificazione delle figure professionali previste nella UNI 11337-7 hanno un contenuto curriculare, quindi un neolaureato o un laureando può soddisfare il requisito per figura BIM SPECIALIST con la conoscenza specifica del processo edilizio (a norma), la conoscenza di uno strumento di modellazione BIM, e un’esperienza di almeno 6 mesi, ad esempio con un tirocinio operativo presso uno studio di progettazione. Per la componente di conoscenze sul project management a norma UNI 11648 e relativi schemi di certificazione, il percorso curriculare è più lungo quindi si consiglia di iniziare con la formazione specifica di project management con corsi specifici come, ad esempio, i nostri percorsi formativi IICBIM-PM-L1 e L2 con un target nel settore opere civili o percorsi equivalenti da valutare con attenzione.
  • Professionisti già attivi: per il BIM COORDINATOR e il CDE (Common Data Environment) MANAGER, se in possesso di laurea, almeno 1 anno di esperienza specifica e 3 anni di esperienza generica; per il BIM MANAGER, se in possesso di laurea, l’esperienza minima generica sale fino a 5. Per questa categoria di professionisti la componente curriculare sul project management è in genere soddisfatta fatto salvo il contenuto di conoscenze che deve prevedere almeno un assessment, prima dell’esame a norma UNI 11648, che il nostro Istituto può fornire su richiesta degli interessati.

    Stefano Antonelli

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